Le varie tipologie di estintori

Gli estintori rappresentano un elemento fondamentale per la sicurezza di qualsiasi edificio o veicolo a motore. Un estintore perfettamente efficiente può risultare più utile di qualsiasi altro mezzo se impiegato tempestivamente e correttamente su un principio d’incendio; esso consente di contenere i danni materiali e tutelare l’incolumità delle persone.

In questo articolo analizziamo le varie tipologie di estintori.

Gli estintori possono essere, innanzitutto, classificati in base a:

· Tipologia dell’agente estinguente contenuto e capacità di spegnimento dei vari combustibili;
· Quantità di estinguente contenuto;
· Tipologia del propellente contenuto.

La scelta dell’estintore deve essere effettuata tenendo conto del tipo di incendio ipotizzabile nelle aree da proteggere.
Su ciascun estintore sono indicate le classi dei fuochi ed i focolai che è in grado di estinguere. Essi sono di colore rosso, riportano un’etichetta con le istruzioni per l’utilizzo e il codice di identificazione del costruttore con il riferimento dell’omologazione.
L’anno di costruzione è inciso sul collo o sul fondo dell’estintore.

L’estintore è composto da:

Serbatoio: atto a contenere l’estinguente e/o il propellente;
Valvola: per intercettare e regolare il flusso dell’estinguente;
Manichetta: tubo flessibile per indirizzare il flusso dell’estinguente (può mancare negli estintori di piccola taglia).

Inoltre, tutti gli estintori devono essere corredati dalla dichiarazione di conformità del produttore, dal libretto di uso e manutenzione, dalle schede tecniche e schede di sicurezza dell’estinguente e di eventuali additivi contenuti.

Tipologia dell’agente estinguente contenuto e capacità di spegnimento dei vari combustibili

Estintore ad acqua

L’estintore ad acqua è stato probabilmente il primo mezzo portatile di spegnimento creato per i principi d’incendio. Negli ultimi anni questo tipo di estiguente è stato abbandonato (tranne che per gli estintori a schiuma) a favore di altre sostanze quali polveri ed halon; tuttavia le problematiche ecologiche hanno stimolato ultimamente ricerche e studi su estintori ad acqua miscelata con sostanze filmanti ed additivi particolari che agiscono sia per raffreddamento che per spegnimento. L’estintore ad acqua è costituito da un serbatoio contenente acqua per il 90% circa, mentre il resto del volume è composto da filmanti ed additivi. La pressurizzazione è di tipo permanente. Il sistema di erogazione è analogo a quello degli altri estintori, ed in particolare la lancia è costituita da una doccetta che permette la fuoriuscita dell’acqua con getto nebulizzato al fine di produrre un maggior scambio termico e un maggiore assorbimento di calore. In alcuni paesi europei questi estintori hanno anche superato la prova dielettrica, ottenendo pertanto l’approvazione di tipo. In Italia ne è vietato l’uso su apparecchiature elettriche, in questo caso è obbligatoria l’applicazione del simbolo di pericolo.

Estintore a polvere

Contiene polvere antincendio, composta da varie sostanze chimiche miscelate tra loro con aggiunta di additivi per migliorarne le qualità di fluidità ed idrorepellenza. Le polveri possono essere di tipo:

  • ABC – polvere polivalente valida per lo spegnimento di più tipi di fuoco (legno, carta, carbone, liquidi e gas infiammabili), realizzata generalmente con solfato e fosfato d’ammonio, solfato di bario, ecc..
  • BC – specifica per incendi di liquidi e gas infiammabili, costituita principalmente da bicarbonato di sodio.

L’azione esercitata dalle polveri chimiche, nello spegnimento del fuoco, consiste essenzialmente nell’inibizione del materiale ancora incombusto, tramite catalisi negativa, nel soffocamento della fiamma ed in un’azione endogena per abbattere subito la temperatura di combustione.

Estintore ad idrocarburi alogenati

È un estintore che, simile a quello a polvere per particolari tecnico-costruttive, contiene come agente estinguente gli idrocarburi alogenati comunemente detti anche Halons adatti allo spegnimento di fuochi di classe A-B-C e su apparecchi sotto tensione elettrica. Il Protocollo di Montreal, firmato dalla maggior parte dei paesi del mondo, ha bandito l’impiego delle sostanze lesive dell’ozono stratosferico e dannose per l’ambiente tra cui gli halons. L’unione europea e i paesi firmatari di tali accordi hanno disciplinato la messa al bando dei prodotti lesivi con apposite leggi e regolamenti. Il nostro paese ha regolamentato la dismissione e l’impego degli halons negli estintori e negli impianti antincendio con la legge 28 dicembre 1993, n. 549, Decreto Ministero Ambiente 26 marzo 1996 e la legge 16 giugno 1997, n. 179. I prodotti che hanno sostituito gli halons negli estintori e negli impianti antincendio sono gli idroclorofluorocarburi (HCFC) e gli idrofluorocarburi (HFC) aventi un indice di impoverimento dello strato di ozono prossimo allo “0”. L’azione degli idrocarburi alogenati, quale agente estinguente, consiste nell’interporsi all’ossigeno nel naturale legame tra combustibile e comburente nella reazione di combustione, con conseguente spegnimento per sottrazione dell’ossigeno stesso.

Estintore idrico a schiuma

Estintore a schiuma meccanica: contiene liquidi schiumogeni miscelati in acqua, e presenta, come particolare tecnico costruttivo, una lancia di scarica munita di fori per aspirare l’aria necessaria per l’espansione della schiuma. La fuoriuscita dell’agente estinguente avviene per mezzo di una compressione, permanente o fornita da un’apposita bomboletta di pressurizzazione; quindi il liquido esce velocemente dalla lancia, dove, per effetto Venturi dovuto ai fori d’aspirazione, avviene la giusta miscelazione di liquido e aria con formazione della schiuma.

Estintore idrico a schiuma chimica: sfrutta la reazione di due sostanze, solfato di alluminio e bicarbonato di sodio, che, mescolate al momento dell’impiego, producono una reazione chimica con sviluppo di CO2 (anidride carbonica), necessaria alla fuoriuscita del prodotto. Gli estintori a schiuma sono impiegati per lo spegnimento dei fuochi di classe A e B, spegnimento che avviene per soffocamento, dovuto all’effetto filmante (uno strato di schiuma-film che si espande sul fuoco).

Estintore ad anidride carbonica

Strutturalmente diverso dagli altri in quanto costituito da una bombola d’acciaio, realizzata in un unico pezzo di spessore adeguato alle pressioni interne, contiene CO2 (anidride carbonica) compresso e liquefatto. Il gruppo valvolare è con attacco conico, senza foro per attacco manometrico nè valvola per controllo pressioni. Si distingue in ogni caso dagli altri estintori, anche per la colorazione dell’ogiva (grigio chiaro), che è il colore prescritto nel manuale delle sostanze pericolose. È adatto per spegnimento di fuochi di classe B e C; essendo un gas inerte e dielettrico (di natura isolante), la normativa di prevenzione incendi ne prescrive l’installazione in prossimità dei quadri elettrici. Al momento dell’azionamento, l’anidride carbonica contenuta nel corpo dell’estintore, spinta dalla propria pressione interna, pari a circa 55/60 bar (a 20°C), raggiunge il cono diffusore, dal quale, attraverso il passaggio obbligato attraverso un filtro frangigetto si espande, con una temperatura di circa -78°C, sottoforma di neve carbonica o ghiaccio secco. Il gas circonda i corpi in fiamme, abbassa la concentrazione d’ossigeno e provoca lo spegnimento per raffreddamento e soffocamento. La distanza utile del getto è molto limitata (2 o 3 m.).

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